Rinnovare i contratti, attuare il nuovo ordinamento professionale, rafforzare gli organici, rilanciare la digitalizzazione e il lavoro agile

Le principali richieste della CSE al Ministro Zangrillo nell’incontro di oggi a Palazzo Vidoni.

A distanza di più di tre mesi dall’insediamento del nuovo Governo, in data odierna le Confederazioni rappresentative hanno incontrato il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo.

Le questioni aperte sono tante – ha dichiarato Marco Carlomagno, Segretario Generale CSE, ribadendo al ministro le criticità connesse al ritardo con cui si è avviato il confronto, e rappresentando quali sono le priorità da affrontare subito, per ricercare soluzioni adeguate alle aspettative del Paese e delle lavoratrici e dei lavoratori delle Pubbliche amministrazioni.

Innanzitutto vanno avviate con immediatezza le trattative per il rinnovo dei Contratti nazionali di lavoro scaduti a dicembre del 2021 e definiti quelli della tornata precedente” – ha detto il Segretario CSE – “ancora fermi al palo come quello della PCM o di tutte le aree della dirigenza”.

Per la CSE il morso dell’inflazione a due cifre e i rinnovi precedenti effettuati con forte ritardo, dopo gli anni del blocco forzoso e con parametri di rivalutazione degli stipendi assolutamente inadeguati all’andamento dei prezzi, certificano una perdita del potere di acquisto che in questi anni ha raggiunto il 30 per cento, ponendo l’Italia tra i fanalini di coda dell’Unione Europea, e rendono quindi  assolutamente necessario, non solo evitare il ripetersi degli odiosi ritardi, ma anche una netta inversione di tendenza nel DEF e nella prossima legge di stabilità per adeguare gli stipendi e la retribuzione complessiva dei pubblici dipendenti all’attuale costo della vita.

Inoltre Carlomagno ha evidenziato che “bisogna ancora dare attuazione ed effettività agli istituti dei nuovi ordinamenti professionali scaturiti dalla scorsa tornata contrattuale (area delle elevate professionalità, progressioni tra le aree, attribuzione dei differenziali stipendiali) che, a distanza di 1 anno dalla loro entrata in vigore, non sono stati ancora applicati in nessuna Amministrazione.

Così come dopo anni di blocco del turn over, bisogna dare continuità alle nuove politiche di reclutamento, indispensabili per ripianare gli organici delle Amministrazioni, centrali e territoriali ormai ridotti all’osso, aumentandone la portata e superando la precarizzazione dei rapporti di lavoro che ancora oggi in molti casi la fanno da padrone anche nelle PA e stabilizzando nel frattempo tutti i precari storici.

Per Carlomagno occorre poi proseguire con decisione sulla strada dell’innovazione organizzativa e della digitalizzazione dei processi, implementando la connettività tra Amministrazioni, e tra le stesse e i cittadini e gli utenti, rendendo interoperabili le banche dati e rafforzando le nuove forme di lavoro agile e da remoto.

Sul lavoro agile è assolutamente inaccettabile quanto sta avvenendo in gran parte delle Amministrazioni” – esclama il Segretario Generale della CSE – “dove, a fronte delle dichiarazioni dello stesso Ministro Zangrillo di incoraggiare tale modalità di svolgimento della prestazione lavorativa come fattore decisivo per la modernizzazione delle Amministrazioni e l’innovazione dei modelli organizzativi, si assiste invece in molte realtà ad un nuovo incredibile dietro front, con conseguenze negative non solo sulla conciliazione vita lavoro, ma anche sulla qualità dei servizi resi e sulla stessa trasformazione in senso democratico, aperto e partecipativo delle Amministrazioni interessate. Sintomatico e preoccupante quanto successo ad esempio in sede di conversione della legge di bilancio che ha confermato il lavoro agile generalizzato per i genitori solo nel privato limitandolo ai fragili nella PA. La nostra richiesta è quella dell’emanazione di direttive di funzione pubblica che trasformino in indirizzi operativi di aperture più volte rilanciate dal ministro Zangrillo”.

La CSE, e le sue federazioni di categoria del pubblico impiego, contrasteranno con forza ogni idea di tornare indietro, di ripristinare sistemi arcaici e feudali di gestione della cosa pubblica.

A riunione conclusa Carlomagno ha dichiarato “verificheremo nel concreto le azioni che verranno poste in essere dal Governo e valuteremo la qualità e la quantità delle risposte che ci saranno fornite, pronti a mettere come sempre al centro delle nostre iniziative, di proposta o di eventuale mobilitazione, gli interessi del Paese e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Roma, 3 marzo 2023

                                                                                L’Ufficio stampa

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Il Mattino

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Il Messaggero

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