Punto di situazione sulle possibilitá di pensionamento nel 2024

I requisiti per andare in pensione con le opzione in campo. Piú difficile rispetto al 2023.

Con il precedente Notiziario n. 1 del 5 gennaio u.s., abbiamo dato conto delle novità introdotte con la manovra di bilancio 2024 (Legge 29.12.2022, n. 197, pubblicata sul supplemento ordinario n. 43/L della G.U. n. 303 del 29 dicembre 2022) in materia di pensioni, esprimendo in quella sede anche il nostro giudizio in proposito.

Archiviata così la discussione di questi ultimi due mesi sulle scelte operate dal legislatore in manovra di bilancio, è ora tempo di fare un punto di situazione mettendo insieme vecchie e nuove norme in materia previdenziale e di operare una ricognizione sulle possibilità che il complesso normativo esistente offre oggi alle lavoratrici e ai lavoratori per lasciare il mondo del lavoro e il servizio attivo e andare così finalmente in pensione, e  facciamo questo anche per rispondere alle diverse sollecitazioni che ci stanno pervenendo in questi giorni.

REQUISITI PER ACCEDERE ALLA “PENSIONE DI VECCHIAIA

Per accedere alla pensione di vecchiaia, che rappresenta l’opzione più praticata nel nostro Paese, sono necessari 67 anni d’età con minimo 20 anni di contributi (invece, 66 anni e 7 mesi per addetti a mansioni gravose e usuranti con un minimo di 30 anni di contributi). I predetti requisiti valgono sia per gli uomini che per le donne, per i dipendenti pubblici e privati e per i lavoratori autonomi. Per gli iscritti pre 1995, occorre aver maturato, alla data di presentazione della domanda di pensionamento, un assegno pensionistico pari almeno al valore dell’assegno sociale (oggi 534,41 €), mentre nel 2023 era pari a 1,5 volte. Per gli iscritti post 1995, la pensione di vecchiaia deve essere invece liquidata con 5 anni di contributi indipendentemente dall’importo.

REQUISITI PER ACCEDERE ALLA PENSIONE ANTICIPATA ORDINARIA

Per accedere alla pensione anticipata ordinaria, è invece necessaria una anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne indipendentemente dall’età anagrafica, con percezione del primo rateo di pensione a tre mesi dalla maturazione del requisito (c.d. “finestra mobile”).

Per gli addetti a mansioni gravose e usuranti, sia uomini che donne, l’accesso alla pensione anticipata è vincolata al raggiungimento di “quota 96,7” (età minima 61 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi per il lavoro dipendente), mentre serve un anno d’età in più per il lavoro autonomo (“quota 97,7”). 

REQUISITI PER ACCEDERE A “QUOTA 103” (“PENSIONE ANTICIPATA FLESSIBILE”)

“Quota 103” è stata la novità 2023 in materia di pensioni ed è andata a sostituire “quota 102”, offrendo in tal modo una opzione in più rispetto alle rigide previsioni di uscita previste dalla legge Fornero (67 anni per la pensione di anzianità o con 42 anni – 41 per le donne – e 10 mesi per la pensione anticipata ordinaria anticipata).

“Quota 103” viene confermata anche per l’anno 2024, consentendo così ai lavoratori interessati di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica (62 + 41= 103), ma purtroppo con nuovi e peggiorativi vincoli rispetto al 2023ricalcolo interamente contributivo, come per opzione donna, che ridurrà l’assegno pensionistico a regime di circa un 20%; importo massimo erogabile fino al raggiungimento del  requisito di vecchiaia (67 anni) in misura pari a 4 volte il trattamento minimo INPS (2.272 € lordi mensili) invece di cinque volte come era nel 2023, dunque fino al raggiungimento dei 67 anni si riceverà una pensione inferiore; infine, la c.d. finestra mobile”, che segna il tempo tra la maturazione del diritto a pensione e quello della sua decorrenza, che nel 2023 era pari a 3 mesi per i lavoratori privati e 6 mesi per i pubblici, viene alzata a 7 mesi per i primi e a 9 mesi per i secondi.

Deve essere utilmente precisato a tal proposito, che le novità peggiorative in materia di quota 103 riguardano però solo coloro che maturano i requisiti dal 1° gennaio 2024, in quanto per coloro i cui requisiti siano già maturati al 31.12.2023 si continueranno ad applicare le regole di quota 103 introdotte nel 2023.

Per coloro che maturano i requisiti di “quota 103”, viene confermato altresì per il 2024 l’incentivo al posticipo del pensionamento, e dunque la possibilità per il lavoratore di restare al lavoro optando per la destinazione in busta paga della quota di contribuzione a suo carico (di regola il 9,19%), con conseguente incremento dell’importo del cedolino stipendiale, che però avrà poi l’effetto di ridurre l’assegno pensionistico futuro.

 REQUISITI PER ACCEDERE A “OPZIONE DONNA”

Opzione donna è stata prorogata a tutto il 2024, ma anche qui con ulteriori restrizioni rispetto al 2023, dove, rispetto all’anno precedente, si era comunque alzato il requisito anagrafico e ridotto di molto la platea.

Per accedervi nell’anno in corso, occorre essere ricompresi in una delle tre categorie già previste nel 2023 (esuberi con aziende con tavoli di crisi; caregiver familiari; inabili al 74%), avere minimo 35 anni di contributi ma con un requisito d’età al 31.12.2023 che viene maggiorato (61 anni al posto dei 60 previsti nel 2023). La legge dispone comunque lo sconto di un anno (59) per le dipendenti o licenziate di aziende in crisi con tavoli aperti, e ancora lo sconto di un anno per chi ha un figlio (esce a 60 anni) e di due anni per chi ha due o più figli (esce a 59 anni).

Va però utilmente precisato a tal riguardo che, per chi li avesse già maturati negli anni precedenti, varranno ancora i vecchi requisiti: entro il 31.12.2021, 35 anni di contributi e 58 (dipendenti) o 59 (autonome) anni di età; entro il 31.12.2022, 35 anni di contributi e 60 anni di età, con uno sconto di un anno per ogni figlio fino a max due anni, a condizione però di rientrare in una delle categorie di cui sopra.

Restano inoltre ferme le “finestre mobili” di 12 e 18 mesi rispettivamente per lavoratrici dipendenti e autonome.

REQUISITI PER ACCEDERE A “APE SOCIALE”.

La legge di Bilancio ne dispone la proroga a tutto il 2024, ma anche qui con requisiti più restrittivi rispetto al 2023 in ordine ad età anagrafica e alla platea. Il requisito anagrafico, dai 63 anni previsti nel 2023, sale nel 2024 a 63 anni e cinque mesi in presenza di 30 anni di contributi per tutte le fattispecie lavorative (36 anni invece solo per i lavori gravosi). Inoltre, la platea 2024 di lavoratori interessati è sempre quella del 2023 (esuberi con aziende con tavoli di crisi; caregiver familiari; inabili al 74%; lavori gravosi e pesanti come, per esempio, operai edili, autisti di mezzi pesanti, badanti, infermiere ospedaliere, maestre d’asilo, macchinisti, addetti alle pulizie), ma un po’ più ridotta in quanto sono escluse alcune categorie oggetto dell’allargamento nel 2021 operato dalla legge n. 234.

Infine, la legge di bilancio dispone la non cumulabilità con redditi di lavoro dipendente/autonomo salvo il lavoro occasionale entro max i 5mila € lordi annui (nel 2023 erano 8.000 per lavoro dipendente e 4.800 per lavoro aut.

Confermato altresì che l’importo massimo dell’assegno non potrà superare i 1.500 € lordi mensili fino a 67 anni.

REQUISITI PER ACCEDERE ALLA PENSIONE DEI LAVORATORI PRECOCI

I lavoratori c.d “precoci” (coloro che prima dei 19 anni avevano già maturato almeno 12 mesi di contributi) potranno continuare anche nel 2024 ad andare in pensione con 41 anni di contributi maturati, e dunque al netto dai requisiti d’età e di genere (dunque, sia uomini che donne), a condizione però che rientrino nelle 4 categorie dell’APE Social (esuberi con aziende con tavoli di crisi; caregiver familiari; inabili al 74%; addetti a mansioni gravose/pesanti).

REQUISITI PER ACCEDERE ALLA PENSIONE ANTICIPATA CONTRIBUTIVA

Confermata anche nel 2024, interessa quelli entrati nel mondo del lavoro dopo il 31.12.1995, servono 64 anni d’età e 20 di contributi per accedervi, e il calcolo della pensione viene operato tutto su base contributiva. La legge di bilancio 2024 prevede però un inasprimento, in quanto l’assegno minimo maturato per accedervi sale da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale, ma ridotto a 2,8 per donne con un figlio e a 2,6 volte con due o più figli.

ISCRITTI ALLE EX CASSE CPDEL, CPS, CPI E CPUG: si rimanda a quanto detto nel precedente Notiziario n.1/2024

Queste, alla luce delle novità della legge di bilancio, le opzioni più importanti per andare in pensione nel 2024, sulle quali abbiamo già espresso il nostro giudizio. Avremo comunque modo di ritornarci su prossimamente.

                   

Coordinamento Nazionale CSE FLP Pensionati

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