CSE chiede maggiori risorse in manovra per il settore sanitario

Si è tenuta ieri presso il Ministero della Salute, alla presenza del Capo di Gabinetto dr. Marco Mattei, una riunione sul tema e sulle problematiche, anche legate al rinnovo contrattuale, della sanità privata, in particolare di quella convenzionata con il SSN, a cui ha partecipato anche la nostra Confederazione.

In un quadro generale di forti carenze strutturali dell’intero SSN, il settore della Sanità privata ha molteplici criticità, anche nel rapporto con il settore pubblico, che l’attuale complessità del sistema frammentato della contrattazione (con una miriade di contratti nazionali sottoscritti con diverse associazioni datoriali) non agevola, con i CC.CC.NN.LL. scaduti da anni: il record è quello del CCNL RSA ARES AIOP scaduto da ben 12anni!

Mentre i datori di lavoro tardano a rinnovare i contratti, perché lamentano insufficienti risorse, dall’altra ci sono lavoratori del comparto che, a parità di professione, hanno stipendi ben al di sotto dei colleghi del settore pubblico, che già non naviga nell’oro. A parere di CSE, occorrerebbe un allineamento, anche a gradi.

Mattei ha riferito del confronto con la parte datoriale informando che, nell’obiettivo di equiparare i contratti privati con quelli pubblici, il Ministero sta lavorando affinché una quota delle tariffe DRG, di cui si prevedono incrementi nel DDL di bilancio oggi all’esame della Camera, sia destinata agli aumenti contrattuali per il personale della sanità privata rendendo, al contempo, la revisione delle tariffe biennale. Questa manovra, se attuata, quindi, dovrebbe “blindare” una parte delle risorse relative all’aumento delle retribuzioni dei lavoratori delle strutture private accreditate agli adeguamenti contrattuali del personale del comparto, rendendo forse più stabile il sistema dei rinnovi. In aggiunta, sarebbe certamente utile agganciare l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie al puntuale rinnovo dei contratti di lavoro.

Sull’argomento, il Capo di Gabinetto ha preannunciato la riconvocazione del tavolo tra un paio di settimane.

Nel corso del nostro intervento come CSE, abbiamo però colto l’occasione del confronto odierno con il Capo di Gabinetto per porre un altro paio di questioni che interessano il mondo della Sanità.

La prima riguarda gli episodi gravissimi di violenza a danno del personale sanitario, sulle quali c’è stato un primo confronto con il Ministro Orazio Schillaci in data 19 ottobre u.s., e dei cui contenuti abbiamo riferito nel Notiziario CSE n. 2 del 20.10.2024, rispetto al quale il Capo di Gabinetto si era impegnato a calendarizzare una seconda riunione entro questo mese di ottobre per fare un punto di situazione sugli sviluppi del grave fenomeno e sugli effetti dei primi provvedimenti assunti, in primis l’arresto in fragranza anche differito. A tal proposito, abbiamo sollecitato l’Amministrazione a tenere fede all’impegno assunto convocandoci a breve.

La seconda questione che abbiamo posto è di strettissima attualità, e riguarda il tema della inadeguatezza delle risorse destinate al Fondo Sanitario Nazionale che sono previste nel DDL sulla manovra 2025.

Rispetto alle enormi criticità del sistema sanitario pubblico, e che sono sotto gli occhi di tutti (forte deficit di risorse in rapporto alle esigenze del settore; notevoli carenze di organico del personale medico e soprattutto infermieristico; ritmi di lavoro massacranti del personale in servizio, peraltro sotto remunerato; fuga di operatori verso il privato e verso l’estero; offerta di servizi sanitari palesemente deficitaria in rapporto alla domanda; liste di attesa assurde; posti letto in costante decrescita; medicina territoriale praticamente cancellata, e si potrebbe continuare a lungo), la CSE ha rappresentato al Capo di Gabinetto come ci si aspettasse dal Governo in sede di manovra 2025 l’assegnazione di maggiori risorse alla Sanità, aspettative sostenute peraltro dallo stesso Ministro Schillaci che aveva parlato di una disponibilità attesa pari a 4,7 mld di €, con i quali mettere in cantiere un piano di assunzioni straordinarie di personale medico e infermieristico per circa 30mila unità e varare una importante operazione di defiscalizzazione (flat tax al 15%) dell’indennità di specificità, che avrebbe portato ad aumenti in busta paga calcolati in circa 200 € lordi medi mensili.

Nulla di tutto questo, però – ha proseguito la CSE – si evidenzia all’interno del DDL bilancio 2025 approdato all’esame della Camera (AC 2112): solo, 2,3 mld di € destinati nel 2025 alla Sanità, di cui 1 mld peraltro già disponibile dalla legge di bilancio 2024, e 1/3 di queste risorse potrebbe servire solo per il rinnovo del CCNL; per il 2026, invece, lo stanziamento risulta maggiore, circa 3 mld, ma va tenuto conto che comunque serviranno risorse per il previsto adeguamento delle tariffe ospedaliere. In termini di disponibilità totali, sono 136,5 i miliardi del Fondo Sanitario per il 2025 (nel 2024, sono stati 134,2), mentre nel 2026 il fondo godrà di 140,6 mld €; inoltre, il rapporto spesa sanitaria/PIL risulta in calo (nel 2025, saremmo vicini al 6,3 %), dunque, un robusto sottofinanziamento, figlio delle politiche sin qui adottate dagli ultimi Governi e ben lontani dalla media UE (in Germania, siamo quasi al doppio nel rapporto spesa sanitaria/PIL, l’11 % circa).

Con quali effetti nel 2025 è facile immaginare: in primo luogo, non si darà corso alle 30mila assunzioni di personale sanitario che servono come il pane e, in secondo luogo, non ci sarà alcuna flat tax o defiscalizzazione dell’indennità di specificità, ma semplici aumenti calcolati nell’ordine di 17 € per i medici e di 7 € per gli infermieri nel 2025, che nel 2026 diventeranno rispettivamente 80 e 115 €.

E allora appare in tutta evidenza che, con questi chiari di luna, i problemi del sistema sanitario pubblico permarranno, anzi verosimilmente si aggreveranno, e per questo CSE ha sollecitato l’Amm.ne ad avviare le più adeguate iniziative per irrobustire decisamente il finanziamento 2025 del Fondo sanitario nazionale, al fine di rendere possibili già dal prossimo anno le 30mila assunzioni e la defiscalizzazione dell’indennità.

In sede di replica, il Capo di Gabinetto non ha negato le questioni da noi poste in merito alla carenza di risorse, ci ha però invitato a guardare alle scelte del DDL con un orizzonte biennale (2025-2026), significando – ci è parso di capire – che la carenza 2025 verrà poi compensata con gli stanziamenti 2026.

Il che, a nostro giudizio, potrà anche essere vero, ma non può sfuggire a nessuno che la mancata assunzione delle 30mila unità e la misura degli incrementi economici per l’indennità di specificità del personale sanitario previste dal DDL bilancio per il 2025 non potranno che aggravare lo stato di crisi della sanità pubblica, e quindi della condizione di chi in essa vi opera e di chi ad essa deve far riferimento per le proprie necessità.

Vedremo, ad ogni modo, gli sviluppi del dibattito parlamentare sulla legge di bilancio, e siamo sicuri che il Ministro Schillaci farò ogni sforzo per aumentare la dotazione finanziaria 2025 del Fondo sanitario nazionale.


La Segreteria Generale CSE

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