Riunione al Ministero del Lavoro sul protocollo sicurezza

la CSE conferma la necessità di un suo aggiornamento, ma ribadisce l’importanza del suo mantenimento, in una fase in cui la pandemia non appare ancora superata.

Si è tenuta ieri pomeriggio al Ministero del Lavoro un’importante riunione tra tutti i soggetti  firmatari del Protocollo sicurezza sui posti di lavoro, sottoscritto nei mesi scorsi dal Ministro Orlando, dalle Confederazioni sindacali maggiormente rappresentative e da tutte le associazioni datoriali.

Un importante strumento pattizio che ha visto la condivisione delle parti sociali su un documento che ha permesso di gestire questa lunga fase di emergenza sanitaria con regole condivise, che hanno interessato tutto il mondo del lavoro, dalle grandi imprese, ai settori del commercio, del terziario, dell’edilizia e dell’agricoltura.

La CSE, che è tra le Confederazioni firmatarie dell’importante Protocollo,  è stata rappresentata da Roberto Cefalo, Responsabile dell’Area Contrattazione.

All’O.d.g. della riunione vi era la verifica dei contenuti del Protocollo alla luce delle nuove disposizioni normative che hanno sostanzialmente modificato il quadro di riferimento, alleggerendo tutta una serie di prescrizioni che erano state adottate nei mesi scorsi.

L’orientamento di quasi tutte le associazioni datoriali (e su questo non avevamo dubbi) è stato quello di chiedere una sostanziale rivisitazione del Protocollo vigente, se non un suo completo superamento, limitandosi a applicare quello che la normativa prevede.

Nei fatti, un indebolimento delle misure di sicurezza adottate, partendo dal presupposto che ormai  il Governo si stava muovendo in tale direzione, e molti presidii sanitari sarebbero al momento solo raccomandati, ma non obbligatori.

Una posizione a nostro avviso sbagliata e non condivisibile: se è vero che la normativa è stata modificata, a nostro parere in modo eccessivamente frettoloso e in ossequio all’esigenza di un ritorno “alla normalità”, d’altra parte proprio in queste settimane la diffusione di nuove varianti Omicron e l’incremento dei contagi dimostra che la situazione deve essere ancora oggetto di attenzione.

I luoghi di lavoro sono diversi gli uni dagli altri, ma è indubbio che proprio sui posti di lavoro, per come sono organizzati, per la tipologia lavorativa, per le ore in cui si resta a stretto contatto con i colleghi, per i rapporti con l’utenza etc, sono potenzialmente più soggetti al propagarsi del contagio e quindi a nostro parere non bisogna in alcun modo abbassare l’attenzione.

E’ evidente che alcune misure debbono essere oggetto di intervento normativo, come ad esempio le tutele per i fragili con il mantenimento del lavoro agile semplificato, ma è indubbio che lo strumento pattizio può e deve intervenire per regolamentare importanti aspetti che rientrano direttamente nell’autonomia delle parti.

Ci riferiamo ad esempio alla sorveglianza sanitaria eccezionale sui posti di lavoro, alla valutazione delle azioni in termini di distanziamento, all’utilizzo e alla tipologia dei presidii di sicurezza adottati, all’organizzazione dei tempi e dei turni di lavoro etc.

La sicurezza sui posti di lavoro, non solo per il contrasto al Covid, è una delle nostre priorità come CSE, e nel nostro Paese è assolutamente sottovalutata, come dimostrano il numero impressionante e inaccettabili di morti sul lavoro.

Per la CSE, e lo abbiamo detto con forza nel corso della riunione, il Protocollo sicurezza va certamente aggiornato, ma mantenuto, con l’indicazione di misure che dovranno essere confermate e la definizione di un percorso flessibile che preveda comunque a livello aziendale degli specifici momenti di confronto per la verifica delle specifiche situazioni e l’adozione di eventuali ulteriori integrazioni.

Non riteniamo che possa essere un buon segnale abbandonare o indebolire il percorso fin qui praticato, in ossequio ad una logica che rischia di indebolire le azioni di sicurezza perché ritenute un ostacolo alla produzione.

Sia perché non è cosi, ma anche perché una ripresa dei contagi, ove il trend dovesse ancora innalzarsi, avrebbe comunque effetti sulla nostra economia, già messa in ginocchio dagli anni di pandemia e dagli effetti della guerra in Ucraina.

E dobbiamo dire che questa nostra impostazione ci pare essere stata recepita dai rappresentanti del Ministero del Lavoro presenti in rappresentanza del Ministro Orlando (Capo di Gabinetto e Consulente giuridico del Ministro) che si sono impegnati a predisporre a stretto giro un testo di nuovo Protocollo che sarà oggetto di confronto in una prossima riunione che si terrà entro fine giugno.

 

La Segreteria Generale CSE

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