Nuova riunione con il Ministro Brunetta sulle linee guida del lavoro agile

Si è svolta ieri in modalità videoconferenza una nuova riunione con Brunetta, dopo quella tenutasi a fine ottobre, sullo schema di linee guida in materia di lavoro agile che il Ministro intende adottare in applicazione del D.M. 9 ottobre 2021.

Rispetto alla prima formulazione abbiamo preso atto che alcune delle nostre osservazioni sono state recepite nella nuova stesura delle linee guida con riferimento:

  • alle potenzialità dell’istituto come fattore di modernizzazione delle pubbliche amministrazioni e di innovazione organizzativa e non solo di conciliazione vita lavoro;
  • che è stata ripresa la necessità, nelle premesse, che il rientro in presenza comunque deve essere correlato al pieno rispetto dei protocolli sicurezza sottoscritti nei mesi scorsi con la Funzione Pubblica e le singole Amministrazioni del comparto;
  • che viene ribadito il rispetto delle regole di confronto e partecipazione previsti nel sistema di relazioni sindacali nelle fasi attuative delle linee guida;
  • che sono stati, seppure parzialmente, superati gli impedimenti infrastrutturali che nella prima stesura vincolavano l’effettuazione del lavoro agile unicamente al possesso delle dotazioni informatiche  e delle linee telefoniche delle Amministrazioni.

 Permangono però ancora numerose criticità che come CSE abbiamo evidenziato nel corso del confronto di ieri.

In particolare abbiamo chiesto che, in considerazione della ripresa del rischio pandemico correlata alle nuove varianti, venga specificato che il rientro in presenza deve tener conto dell’emergenza sanitaria e del suo andamento, sia rispetto alle percentuali complessive di personale a cui riconoscere il lavoro agile, che nella riconsiderazione del concetto di prevalenza delle giornata in presenza rispetto a quelle in lavoro agile per ogni singolo lavoratore.

Il concetto di prevalenza contenuto nel D.M. del 9 ottobre 2021, ribadito nelle linee guida, non è coerente con le modalità di effettuazione del lavoro agile a regime, così come definito dalla normativa primaria vigente, in quanto se l’attività è “smartabile”, lo è per tutte le fasi del processo.

Inoltre, in questa fase, la “forzata” prevalenza produce solo un inutile e pericoloso ammassamento degli Uffici, in gran parte inadeguati per rispettare le prescrizioni dei Protocolli sottoscritti, con ricadute sulla sicurezza sul lavoro, sull’affollamento dei mezzi pubblici, sulla tenuta complessiva delle misure di prevenzione che lo stesso Governo sta adottando in queste settimane.

Inoltre, in mancanza di una specifica regolamentazione pattizia (il CCNL delle Funzioni centrali che dovrà fungere da apripista su questa materia non è ancora definito) andava chiarito in modo inequivocabile il concetto di contattabilità, che non è rinvenibile unicamente nel diritto alla disconnessione, ma deve essere previsto con l’individuazione di fasce all’interno dell’orario di lavoro  e non coincidere con esso.

Abbiamo chiesto, infatti, che nella parte delle linee guida in cui si prevede la possibilità di inoltrare le chiamate dall’interno telefonico del proprio ufficio sul cellulare di servizio messo a disposizione del lavoratore, che venga chiarito che tale possibilità non sia estensibile in modo indeterminato per tutta la durata della giornata lavorativa, ma organizzata per fasce orarie prestabilite a seconda dei servizi e delle attività da garantire.

In una situazione in cui tutte le Amministrazioni hanno ritenuto di adempiere in modo  automatico alle prescrizioni del DM, con un rientro generalizzato che ha portato a un sostanziale arretramento dell’esperienza del lavoro agile, le linee guida dovrebbero correggere il tiro e fornire indicazioni chiare ed inequivocabili in merito a scelte che debbono essere assunte nel rispetto della flessibilità organizzativa e dell’autonomia delle singole Amministrazioni che rispondano alle effettive esigenze e al livello di sviluppo dell’istituto.

Tanto più in una fase in cui indubbiamente coesistono sia la necessità di una regolamentazione a regime del lavoro agile, che le misure di sicurezza e di prevenzione che la pandemia ci obbliga a rispettare.

Non a caso in queste settimane altri Paesi come l’Olanda, il Belgio, la Germania, il Portogallo hanno fortemente rilanciato il lavoro agile come strumento di prevenzione e questo rende ancora più indigeribile, e non condivisibile, la scelta del Governo che, per mano di Brunetta, ha voluto e sta ancora cavalcando.

A differenza di altri, e di quanto ha  affermato Brunetta stesso nei suoi soliti comunicati unilaterali sull’esito delle riunioni,  la CSE non ha condiviso le linee guida in coerenza con la nostra ferma contrarietà espressa sui contenuti del DM da lui voluto.

E continueremo la nostra iniziativa per contrastare scelte che vanno nella direzione opposta alla modernizzazione e alla maggiore efficienza delle Amministrazioni e al decollo di un importante strumento di conciliazione vita-lavoro e di maggiore vivibilità delle nostre città.

 

La Segreteria generale CSE

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